Accordo metropolitano per l'accoglienza e l'ospitalità delle donne vittime di violenza di genere: 1.318 quelle accolte nel 2023

Nove donne su 10 subiscono violenza da una persona conosciuta. Nel 42% dei casi la violenza è di tipo psicologico, nel 28% fisico, nel 19% economico. Il 12% ha subito violenza sessuale. Il 34% ha denunciato il maltrattante

Immagine di scarpe rosse
 

La Città metropolitana di Bologna, nell’ambito del Piano per l’Uguaglianza, adottato in Consiglio il 13 luglio 2022 e dell’Accordo metropolitano per l’accoglienza e l’ospitalità delle donne vittima di violenza di genere, monitora l’andamento della violenza, raccogliendo ed elaborando i numeri delle donne accolte ed ospitate nel territorio metropolitano. 

Unico nel suo genere, l’Accordo, di durata quinquennale, sottoscritto nel 2015, rinnovato nel 2020, integrato nel 2021, per il periodo 2020-2024 e nuovamente in fase di rinnovo, regola l’accoglienza e l’ospitalità di donne maltrattate o che hanno subito violenza su tre livelli: ospitalità in pronta accoglienza, ospitalità in seconda accoglienza, anche ad alta intensità educativa e il livello della consulenza, ascolto e sostegno.

Sono 64 i posti complessivamente messi a disposizione per l’ospitalità in pronta accoglienza e casa rifugio, anche ad alta intensità educativa, finanziati dai Distretti del territorio metropolitano. 

Sono state 1.318 le donne accolte nel 2023 nel territorio metropolitano di Bologna, nell’ambito dell’Accordo (erano 1.121 nel 2022). Diventano così complessivamente 9.887 le donne accolte dai presidi del territorio, dal 2016 al 2023. 

Il 27% delle donne ha un’età compresa fra i 18 e i 29 anni, il 24% tra i 30 e i 39 anni, il 21% è nella fascia d’età fra i 40 e i 49 anni e il 14% ha fra i 50 e i 59 anni. 

Nel 42% dei casi, dichiarano di avere subito violenza di tipo psicologica, nel 28% fisica, seguiti da un 19% di violenza economica. Infine, il 12% dichiara di aver subito violenza sessuale. Percentuali in linea con quelli degli scorsi anni. 

Il 49% ha preso contatto con le Forze dell’ordine prima o dopo l’attivazione del percorso con i Centri Antiviolenza e il 34% ha denunciato il maltrattante prima o dopo l’attivazione del percorso. 

Il 51% delle donne dichiara di aver subito violenza dal partner, il 24% dall’ex partner, il 9% da un familiare, il 7% da un amico/conoscente, il 6 % da categoria “altro” (a titolo di esempio: datore di lavoro/collega, vicino di casa, sfruttatore/madame, violenza di gruppo).

Pertanto, il 91%, delle donne accolte nei Centri Antiviolenza nel 2023, ha subito violenza da una persona conosciuta (partner, ex partner, familiare, amico/conoscente). Quasi mai l’autore della violenza è un estraneo (3 %).

Nel 2023 il 75% delle donne dichiara di aver subito violenza dal partner o dall’ex partner, dato che risulta in linea con gli anni precedenti (nel 2022 79% e nel 2021 il 73%). 

Le Forze dell’ordine e i servizi sociali e sanitari hanno un ruolo importantissimo nell’orientare le donne verso i Centri Antiviolenza (CAV). Dai dati emerge che il 69% delle donne sono state inviate ai CAV dai servizi del territorio (Forze dell’ordine e servizi sociali). Nello specifico: nel 48% dei casi le donne sono state inviate ai Centri Antiviolenza dai Servizi Sociali del territorio metropolitano, e nel 21% dalle Forze dell’ordine. 

Importante mettere in evidenza che una donna accolta su tre (il 33%) ha interrotto il percorso con i Centri antiviolenza, rientrano in questa casistica anche donne che interrompono il percorso dopo un primo contatto, per poi magari chiedere nuovamente supporto in un momento successivo e donne, invece, che interrompono il percorso in fase più avanzate (durante ospitalità in pronta accoglienza/casa rifugio, durante il procedimento giudiziario …). 

Nell’ambito dei posti previsti nell’Accordo metropolitano sono state registrate complessivamente, nel 2023, 143 ospitalità, per un totale complessivo di 131 donne. 

Da una prima analisi qualitativa, realizzata con i Centri Antiviolenza, si rileva inoltre che:

  • I tempi più veloci dei provvedimenti relativi alle misure cautelari, hanno comportato tempistiche più brevi nelle ospitalità in pronta accoglienza. Si rilevano comunque difficoltà e ritardi nell’applicazione della misura cautelare e nel funzionamento della stessa (esempio: braccialetto elettronico).
  • Si rileva un abbassamento dell’età delle giovani donne (18-29) che si rivolgono ai Centri Antiviolenza e l’importanza e la responsabilità degli adulti e della società in generale rispetto all’educazione e alla crescita delle giovani generazioni, in un’ottica di prevenzione e di cambiamento del paradigma culturale.
  • Si rileva un aumento dei minori, figli e figlie, esposti a violenza assistita e diretta. Probabilmente anche per un’attenzione più complessiva rispetto alle vittime del fenomeno.
  • Tra le donne ospitate/accolte emerge sempre di più il tema della salute, in particolare rispetto ad una mancata prevenzione nell’ambito medico (esempio: visite mediche) e un aumento delle donne con problematiche complesse e con fragilità.
  • Si sottolinea un aumento dei tempi di permanenza dell’ospitalità in casa rifugio, dovuto anche a mancanza di risorse abitative per l’autonomia delle donne in fuoriuscita da percorsi di violenza.
 
 
 
Data di pubblicazione: 13-11-2024
Data ultimo aggiornamento: 13-11-2024
 
 
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