Diffondere le buone pratiche e la sensibilità alle pari opportunità ad imprese del territorio metropolitano, in particolare piccole e medie. Con questo intento nel 2019 è nata, su impulso della Città metropolitana, la “Comunità di Aziende per le Pari Opportunità”, cosiddetta Rete Capo D, che a oggi riunisce Aeroporto Marconi di Bologna, Automobili Lamborghini, Caab, Crif, Emil Banca, Ima, Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna e Tper.
In occasione del rinnovo del Protocollo d’intesa tra la Rete Capo D e la Città metropolitana, i contenuti sono stati aggiornati alla luce anche del Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana, strumento con cui l’Amministrazione metropolitana nell’attuale mandato ha programmato i nuovi obiettivi strategici e le linee di azione relative alle pari opportunità e alle reti di impresa. Come riferimento per gli obiettivi del nuovo Protocollo si individuano, in particolare, le aree “lavoro pagato” e “lavoro non pagato” del Piano per l’Uguaglianza.
Il Protocollo nasce per promuovere una strategia di responsabilità sociale di territorio, con riferimento alle politiche e agli interventi di welfare aziendale e alle politiche di genere, promuovendo un’alleanza e un’azione di collaborazione e co-progettazione pubblico-privato e condividendo i comuni obiettivi di aumentare l’indice di occupazione più svantaggiata (oggi quella femminile) e favorire inoltre il raggiungimento dei target previsti dal Piano per l’Uguaglianza, su tutto il territorio metropolitano.
Nella pratica si vuole affermare l’area metropolitana come territorio socialmente responsabile, in cui le buone pratiche adottate da imprese particolarmente sensibili e responsabili, o i percorsi da esse intrapresi per la ricerca di strumenti che favoriscano l’equilibrio di opportunità per donne e uomini in azienda, devono poter essere volano per altre aziende, in particolare per reti di piccole e medie imprese, in una sinergia generativa di azioni positive a livello metropolitano.
La Rete e la Città metropolitana concordano un Programma di lavoro annuale per realizzare gli obiettivi previsti dal Protocollo. In particolare le parti si impegnano a collaborare per diffondere buone pratiche di parità di genere per favorire il principio di uguaglianza e la responsabilità sociale dell’impresa e del territorio, a cominciare dalle reti d’impresa già esistenti (Albo metropolitano delle Aziende socialmente responsabili, rete di imprese Smart Bo, board di Insieme per il Lavoro, ecc..), stimolando l’adesione di nuove aziende alla Rete Capo D.
Azioni anche per promuovere la conoscenza delle questioni della parità e dell’uguaglianza, realizzando almeno un evento all’anno che rendiconti le attività del Protocollo, per porre la questione della parità di genere nello spazio pubblico, a partire dalle azioni delle imprese e del settore economico, con particolare attenzione al contesto locale, con riferimento al Piano per l’Uguaglianza e agli obiettivi dell’Agenda 2030. E ancora, favorendo la pratica della certificazione di genere e realizzando azioni che riconoscano l’essenziale funzione famigliare dei papà lavoratori.
Altre azioni saranno messe in campo per promuovere la conoscenza del fenomeno della violenza di genere e di possibili azioni di contrasto nei luoghi di lavoro a partire dall’esperienza maturata nelle singole imprese di Capo D e dalle azioni previste dal Piano per l’Uguaglianza. I firmatari si impegnano inoltre a lavorare sul tema del linguaggio e delle parole e a promuovere l’uso di un linguaggio inclusivo nel tessuto imprenditoriale bolognese per creare una maggior consapevolezza e una maggiore chiarezza in termini di parità, di contrasto alle disuguaglianze e di inclusione.
Prioritaria anche la collaborazione con il sistema educativo, dell’istruzione e della formazione. In raccordo con la Strategia ECCO! (Educazione Comunicazione e Cultura per le Pari Opportunità), all’interno del Piano per l’Uguaglianza e nell’ambito dell’azione sostenuta anche dalla Regione Emilia-Romagna, proseguiranno i percorsi negli enti di formazione, nelle scuole medie e superiori, con attività specifiche sul contrasto agli stereotipi e alle discriminazioni di genere nei percorsi formativi e professionali nelle scelte di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, donne e uomini. Si lavorerà ad esempio con l’orientamento scolastico per rafforzare la presenza di studentesse in percorsi tecnici, tecnologici e scientifici; con l’orientamento professionale si lavorerà invece in uscita dalle scuole superiori per incrementare la presenza delle ragazze in ambiti aziendali considerati più “maschili”, e viceversa per incrementare la presenza di ragazzi in ambiti aziendali considerati più femminili.